La solitudine provata dal tennista nella sua metà campo può essere opprimente. Nessun appiglio, solo la propria abilità opposta a quella dell'avversario. Il pensiero da indirizzare, le emozioni, negative e positive, da elaborare. E, nel mezzo, il braccio e le gambe che devono continuare a scorrere rapidi e fluidi come l'acqua di un torrente.
Non più soli: l'ATP sperimenta il "coaching"
La solitudine provata dal tennista nella sua metà campo può essere opprimente. Nessun appiglio, solo la propria abilità opposta a quella dell'avversario. Il pensiero da indirizzare, le emozioni, negative e positive, da elaborare. E, nel mezzo, il braccio e le gambe che devono continuare a scorrere rapidi e fluidi come l'acqua di un torrente.
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